Pegno: cos’è e come funziona un prestito con pegno
28 Dicembre 2022Crisi economica e instabilità lavorativa hanno portato oggi il mondo del credito a soddisfare le esigenze dei propri clienti, dando alla luce nuovi strumenti finanziari in grado di aiutare tutti i soggetti richiedenti a fare richiesta di un prestito o di un finanziamento. È da qui che sono nate alcune soluzioni di credito, come ad esempio il prestito cambiario, il quale talvolta può prevedere anche la presentazione della garanzia reale del cosiddetto pegno.
Pegno: cos’è e caratteristiche
Il pegno è un diritto reale di garanzia sul bene di un altro individuo che funge spesso da garanzia per l’accesso ad una data forma di credito. Il pegno è regolamentato dagli articoli 2784 e seguenti del Codice Civile italiano. Il pegno può essere costituito per contratto e può prevedere come oggetti beni mobili oppure crediti.
Quando si parla di pegno su cose mobili, si fa riferimento ad un contratto reale che prevede la consegna del bene. In questo modo, il creditore occupa la stessa posizione di un depositario, ovvero non può utilizzare il bene che ha ricevuto, dato che questo resta sempre nel possesso del proprietario originario. Il pegno di crediti invece è un contratto che prevede la notificazione del pegno al debitore del credito oppure può prevedere l’accettazione da parte del debitore tramite una scrittura formale.
Prestiti con la garanzia del pegno: come funzionano
Il contratto di pegno che si unisce a quello del prestito con cambiali è un contratto reale che necessita della consegna materiale e fisica del bene o del documento che ne sancisce la disponibilità. Così come sancito dal primo comma dell’articolo 2786 del Codice Civile, il bene o il documento possono essere consegnati ad un terzo soggetto incaricato dalle parti oppure rimanere in custodia per entrambi. Il soggetto creditore che riceve il bene da mettere in pegno è obbligato a custodirlo, per cui non può farne uso o impossessarsene, salvo per necessità di conservazione, così come stabilito dal Codice Civile. Se il pegno ha per oggetto denaro o beni fungibili, allora il creditore è obbligato a restituire altrettanti beni della medesima qualità.
Prestiti cambializzati con pegno: i diritti del creditore
Tramite un prestito cambializzato, il creditore, vale a dire la banca o la società finanziaria, può godere di una doppia forma di tutela. Il creditore infatti può scegliere di vendere il bene in pegno secondo una specifica procedura regolata dal Codice Civile, senza passare attraverso il processo dell’espropriazione. In alternativa, può decidere di farsi pagare tramite il diritto di prelazione sul bene ricevuto in pegno rimasto in suo possesso oppure in possesso del terzo designato.
Il creditore può chiedere al giudice se il bene gli può venire assegnato in pagamento fino a concorrenza e rimborso del debito contratto. Inoltre, il creditore può scegliere di usufruire dei frutti civili e poi riscuotere il credito oppure, se il credito risulta scaduto, trattenere la liquidità ricevuta in misura sufficiente per soddisfare l’intero rimborso. Per capire meglio come funzionano questi prestiti, corri a dare un occhio al sito web specializzato www.guidaprestiticambializzati.it.
I prestiti con pegno convengono davvero?
Sono molte oggi le persone che si chiedono se vale realmente la pena lasciare gioielli oppure oggetti preziosi in pegno per poter ricevere un prestito o un finanziamento da una banca. D’altronde, si tratta di una modalità di accesso al credito abbastanza insolita che deve essere considerata e valutata con attenzione prima di scegliere di accettarla.
Gli oggetti che possono essere dati in pegno per poter accedere a un finanziamento solitamente sono oggetti di valore o comunque di valore sufficiente per poterci spianare la strada per accedere a un finanziamento. Tra questi troviamo oro, monete preziose, gioielli, argenteria e orologi. Alcune banche accettano anche altre tipologie di beni, tra cui quadri e tappeti. Il valore del premio viene stabilito tramite un apposito perito della banca e senza la sua valutazione non è possibile capire a quale liquidità il debitore ha la possibilità di accedere.